L'apprendimento è un fenomeno che coinvolge diverse funzioni come la memoria, l'attenzione, il ragionamento, ma anche funzioni motorie, psicologiche, emotive e sociali. Nel corso del tempo sono state molte le teorie psicologiche sull'apprendimento e, ad oggi, sappiamo con sufficiente certezza come l'uomo apprende e quali sono le funzioni alla base delle abilità di lettura, scrittura e calcolo. L'acquisizione di queste abilità richiede, sicuramente, uno sforzo intenzionale da parte dello studente. I DSA sono un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano con molte difficoltà nell'abilità di espressione orale, di lettura, difficoltà aritmetiche, difficoltà nella scrittura, causate molto probabilmente da disfunzioni del sistema nervoso centrale. Anche l'ambiente di vita (ad esempio la famiglia, la scuola, il contesto sociale) può influenzare l'insorgenza e l'evoluzione del disturbo. Il fatto che questi disturbi siano innati e dipendano fortemente dallo sviluppo neurologico, non deve indurre a pensare che i bambini con DSA siano meno intelligenti, anzi è vero il contrario.
L'apprendimento della lettura: Con l'ingresso nella scuola, il bambino imparerà una serie di regole necessarie per la lettura; ma imparare a leggere è un processo lungo e graduale che inizia già
con lo sviluppo del linguaggio, quando il bambino pronuncia le prime parole e, successivamente, le prime frasi. Ci sono poi alcune abilità che sono alla base dell'apprendimento, abilità che gli
psicologi definiscono “prerequisiti dell'apprendimento”, e che aiutano il bambino ad affrontare positivamente l'ingresso nella scuola.
Tra queste abilità troviamo per esempio:
• La capacità di discriminazione uditiva, ovvero la capacità di distinguere i suoni delle parole;
• la capacità di analisi visiva, la capacità che ci permette di stabilire se due forme sono uguali o diverse, utile nella lettura per distinguere le lettere (per esempio per distinguere la lettera “d” dalla lettera “b”);
• la competenza metafonologica, cioè la consapevolezza che le parole sono formate da suoni, e che con questi possono essere operate delle trasformazioni; in particolare le abilità metafonologiche sono alla base della produzione di rime, del riconoscimento di somiglianze o differenze tra i fonemi (cioè le lettere) che compongono una parola e in generale della capacità di rappresentare mentalmente i suoni della nostra lingua. Questi sono solo alcuni dei prerequisiti della lettura. È verosimile pensare che, i bambini che presentano in età scolare difficoltà nell'apprendimento della lettura, abbiano uno o più deficit nei prerequisiti dell'apprendimento. Vediamo ora cosa si intende per dislessia.
La dislessia è la difficoltà di leggere in maniera corretta e fluente. La diagnosi del disturbo può essere posta solo al completamento del secondo anno di scuola primaria, ma le
difficoltà di lettura possono essere riscontrate sin dall'ingresso del bambino nella scuola. Oggi ci sono degli strumenti in grado di valutare i cosiddetti prerequisiti, in modo che si riesca a
fare una diagnosi molto precoce per avere l’opportunità di intervenire tempestivamente. Una cosa deve essere chiara: la dislessia non è causata da un deficit nell'intelligenza: i bambini
dislessici al contrario sono molto intelligenti. Come detto in precedenza, il deficit riguarda principalmente la velocità e l'accuratezza di lettura. Sappiamo che nei bambini normolettori la
velocità di lettura cresce nel corso degli anni, soprattutto nei primi anni di scuola, fino a raggiungere una lettura automatizzata, fluente e adeguata per lo studio autonomo. Nei bambini
dislessici sappiamo che la velocità di lettura aumenta in maniera inferiore rispetto ai normolettori, motivo per cui questi studenti hanno una lettura che spesso non risulta automatizzata. Per
quanto riguarda l'accuratezza nella lettura, la maggior parte dei bambini dislessici commette errori come omissioni e sostituzioni di sillabe. Le difficoltà nella lettura hanno come conseguenza
che il bambino dislessico debba fare un grande sforzo, dal punto di vista cognitivo, per leggere correttamente e spesso a discapito della velocità di lettura. Spesso questi bambini possono avere
difficoltà nella comprensione dei testi che leggono e, inoltre, la dislessia può presentarsi in associazione con altri DSA, come la disortografia.
Cosa può fare un tutor DSA?
La lettura è uno strumento indispensabile per lo studio: mentre nei primi anni di scuola i bambini imparano a leggere, successivamente leggere sarà il mezzo attraverso il quale gli studenti potranno imparare i vari argomenti di studio. Questo rende evidente il perché sia importante che gli studenti con DSA siano affiancati da professionisti. Il tutor DSA è uno specialista in grado di proporre esercizi ed attività che hanno lo scopo di potenziare le abilità dello studente; ma il suo compito principale è capire quali sono i punti di forza e i punti di debolezza dello studente che ha di fronte, aiutandolo a trovare un metodo di studio che possa favorire la sua autonomia. La diagnosi di Dislessia non dice molto sulle particolari caratteristiche del bambino/ragazzo dislessico: sicuramente sappiamo che ha difficoltà a leggere, ma quali sono i suoi punti di forza? E quali i suoi punti di debolezza?
Capirlo è compito del Tutor DSA, che potrà così programmare e realizzare un percorso formativo che consenta all'alunno di raggiungere le competenze richieste per la sua età. Per fare questo il Tutor fa uso di quelli che vengono definiti strumenti compensativi e misure dispensative. Gli strumenti compensativi servono a semplificare lo studio, in alcuni casi sostituendo l'abilità deficitaria; prendiamo ad esempio l'utilizzo della sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto, per cui lo studente non dovrà leggere un testo ma ascoltarlo. Le misure dispensative invece consentono all'alunno di non svolgere compiti che, a causa del disturbo, risultano troppo difficili e rischiano di non aiutare l'apprendimento.
Difficoltà di apprendimento o DSA? Accade spesso che i bambini possano avere difficoltà nell'apprendimento di specifiche abilità scolastiche. Una difficoltà di lettura potrebbe essere un indice
di Dislessia o una condizione passeggera. Gli specialisti hanno il compito di verificare se siano presenti i criteri per diagnosticare un Disturbo dell'apprendimento, ma quando ciò non avviene?
Un bambino che si trovi in difficoltà, pur non avendo ricevuto una diagnosi per un disturbo ben preciso, può comunque avvalersi dell'aiuto di un Tutor, per potenziare le proprie abilità e in
particolar modo le abilità più carenti.
Bibliografia e sitografia
● Istituto Galton ricerca e formazione: “La dislessia: caratteristiche cliniche, intervento e potenziamento delle abilità di lettura” (https://www.galton.it/)
● Orsolini, M. (a cura di) (2011) Quando imparare è più difficile: dalla valutazione all’intervento. Roma: Carocci
● https://www.aiditalia.org/it/la-dislessia
Dott.ssa Silvia Conti, Laureata in Psicologia e Tutor DSA
cell. 3420053252
e-mail: silviaconti63@gmail.com
“«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.”
(Dal libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, 1996)