L’indirizzo scientifico e culturale ha alla sua base i contributi offerti dalla Teoria dell’Attaccamento di John Bowlby, quelli dell’approccio cognitivo post-razionalista, riferibile in
particolare all’opera di Vittorio Guidano, e quelli della terapia interpersonale riconducibili all’opera di Lorna Benjamin. Elemento comune ai tre modelli è il concetto di modello operativo
interno (MOI) elaborato da Bowlby, assimilabile agli schemi cognitivo - emotivi di Guidano e alle IPIR della Benjamin.
Il modello Cognitivo-Interpersonale si basa sull’ipotesi che il funzionamento cognitivo di ogni individuo ha origine nelle esperienze relazionali che ognuno vive a partire dalla propria nascita. Fondamentale in questa psicoterapia, è la posizione del terapeuta, il quale ha un ruolo molto attivo.
Ha il compito di incoraggiare il paziente ad esplorare i suoi sentimenti e le sue azioni, facendo in modo che possa essere in grado di scoprire cosa l'ha condotto a costruire aspettative disfunzionali.
L'efficacia della terapia sarà in funzione del nuovo senso che il paziente riuscirà a dare alle nuove esperienze, della possibilità che egli sviluppi nel setting terapeutico quelle capacità metacognitive, fino ad allora deficitarie, che lo aiutino a raccontare e a raccontarsi un'altra storia.
“«Volare mi fa paura» stridette Fortunata alzandosi. «Quando succederà, io sarò accanto a te» miagolò Zorba leccandole la testa.”
(Dal libro “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, 1996)